I tratti sterrati di Colle Pinzuto (2,4 km tutti in salita, con punte al 15%) e Le Tolfe (1,1 km, con 500 metri in salita e punte al 18%) sono storicamente gli ultimi settori di fuoristrada della Strade Bianche. Dall’anno scorso, poi, attorno a questi due micidiali tratti è stato costruito un anello che permette, anzi costringe, i corridori ad affrontarli per ben due volte. Sono racchiusi in appena 7 km e vengono superati una prima volta a 42 km dall’arrivo, prima di affrontare i settori della Strada del Castagno (lungo 700 metri) e di Montechiaro (3,3 km), e poi tornare per l’accoppiata Colle Pinzuto – Le Tolfe a soli 12 km dall’arrivo di Piazza del Campo.
Inutile dire che questi sono i tratti di strade bianche dove i tifosi preferiscono mettersi, a maggior ragione dal 2024 visto che c’è il doppio passaggio e la bagarre tra i big è solitamente già iniziata. Pur essendo due settori davvero tosti e collocati nella zona calda di gara, nel corso degli anni, sono state veramente poche le volte in cui l’azione decisiva è nata su Colle Pinzuto o su Le Tolfe. Anzi, in 17 edizioni della Strade Bianche si contano sulle dita di una mano.
Fino al 2011 la “Classica del Nord più a Sud d’Europa” era una corsa meno selettiva rispetto a quella che ora, tanto che la gara si è quasi sempre decisa sul muro finale di Via Santa Caterina in centro a Siena, appena prima dell’arrivo in Piazza del Campo. Ci ha pensato Fabian Cancellara nel 2012 ad utilizzare per la prima volta lo strappo de Le Tolfe come trampolino di lancio per una vittoria solitaria.
Michal Kwiatkowski ha fatto qualcosa di simile nel 2014, ma il polacco riuscì a fare la differenza appena dopo la salita, quando la strada era già asfaltata. Nell’edizione da tregenda del 2018, caratterizzata da fango e pioggia, Tiesj Benoot scattò su Colle Pinzuto per andare a riprendere i battistrada Wout Van Aert e Romain Bardet, staccandoli poi su Le Tolfe e involandosi verso un incredibile trionfo in solitudine. Nel 2020, invece, nell’edizione post covid che si svolse il 1° di agosto, Wout Van Aert riuscì a fare la differenza su Colle Pinzuto, arrivando poi a Siena da padrone.
Tra le donne, invece, Anna Van der Breggen staccò tutti su Colle Pinzuto nel 2018, mentre Annemiek Van Vleuten preferì Le Tolfe per cominciare il suo show nel 2019 e 2020.
In tutte le altre edizioni, invece, la corsa si è quasi sempre decisa sul muro di Via Santa Caterina, pur riconoscendo che Colle Pinzuto e Le Tolfe sono sempre riusciti a creare selezione e spettacolo. La tendenza è cambiata negli ultimi 3 anni, ricalcando la parabola di un ciclismo sempre più votato all’attacco e meno al tatticismo. Nel 2022, 2023 e 2024, infatti, l’allungo decisivo è arrivato addirittura sul Monte Sante Marie: Tadej Pogačar ha inaugurato la mossa tre anni fa, venendo imitato da Tom Pidcock l’anno successivo con assoli da oltre 50 km dall’arrivo. Lo sloveno si è poi spinto oltre ogni limite lo scorso anno, dimenticandosi del nuovo percorso che poneva il Monte Sante Marie ancora più lontano da Siena e attaccando con successo a oltre 80 km dal traguardo, inaugurando il suo 2024 da leggenda. Al contrario, tra le donne, la tendenza non è cambiata ed è sempre stato il muro finale di Via Santa Caterina a mettere il punto esclamativo finale, con Chantal Van Den Broek-Blaak (2021), Lotte Kopecky (2022 e 204) e Demi Vollering vincitrici a Siena.
Se tutto va come previsto, Pogačar ci sarà anche nel 2025 e allora sarà interessante vedere se proverà nuovamente a distruggere la concorrenza sul Sante Marie, oppure Colle Pinzuto e Le Tolfe torneranno ad essere decisivi come nel 2012, 2014, 2018 e 2020. E tra le donne, qualcuna riuscirà a fuggire prima del finale?