In questa foto non c’è nessun corridore in particolare, eppure c’è tutta la Strade Bianche in generale.
Ci sono le colline senesi che scendono morbide, con le loro irripetibili tonalità di verde una affianco all’altra. Ci sono le cascine ocra in cima al crinale, e gli ulivi tutto attorno. C’è un cielo azzurro con giusto qualche nuvola bianca a farlo sembrare ancora più pulito, ancora più chiaro.
E poi c’è una strada, naturalmente.
Scende dalla collina, fa una curva a gomito sulla destra e poi se ne va, più o meno in pianura, verso chissà dove.
Una strada che quasi non si vedrebbe in condizioni normali, ma che adesso, con il polverone alzato dai corridori e dalle auto al seguito, è come se fosse diventata tridimensionale, diventando di colpo la vera protagonista della scena.
Che poi forse è questo il potere magico del ciclismo in generale e della Strade Bianche in particolare: far diventare una stradina sperduta il centro del mondo; farci ricordare il suo nome, che sia Colle Pinzuto, Monte Sante Marie o Le Tolfe; farci venire voglia di pedalare anche noi, almeno una volta, su una strada così.